Oceanix City: il futuro delle città galleggia sugli oceani?

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Mercoledì 3 aprile, presso la sede UN Habitat, agenzia delle Nazioni Unite finalizzata all’identificazione di soluzioni abitative innovative e sostenibili per il futuro, è stato presentato il progetto “Oceanix City”, una proposta abitativa futuristica di città galleggianti.

Floating towards the future? Oceanix City

Il progetto è stato ideato da UN Habitat in collaborazione con Oceanix City, MIT University e Explorers Club e consiste nella creazione di moduli abitativi fluttuanti in grado di offrire in futuro un’alternativa alle odierne metropoli, anche in termini di sostenibilità e lotta al cambiamento climatico.

Report delle Nazioni Unite confermano infatti che, entro il 2030, più del 70% della popolazione mondiale risiederà nelle città. Questi dati rendono evidente come non sia possibile ignorare il fenomeno dell’urbanizzazione e come sia una priorità di questa generazione promuovere stili di vita, e, conseguentemente, soluzioni abitative sostenibili. Il settore è quindi in fermento per rispondere alle nuove esigenze e a questo proposito Oceanix City appare come una possibile soluzione per il futuro.

Le città presentate nel progetto saranno composte da moduli galleggianti ancorati ai fondali marini: ognuno di questi potrà ospitare 1650 residenti e, unito ad altre unità, formare villaggi-arcipelago capaci di accogliere fino a 10.000 persone. Per quanto riguarda il tema della sostenibilità, le città saranno totalmente eco-friendly: per la costruzione dei moduli è previsto l’utilizzo di materiali ecosostenibili e di origine locale, mentre le città saranno interamente alimentate da fonti di energia rinnovabili (pannelli solari e energia eolica).

Amina Mohammed, UN Deputy Secretary-General, intervenuta durante la presentazione del progetto, ha commentato evidenziando l’importanza di un ripensamento della nostra agenda per lo sviluppo urbano e la necessità di re-immaginare le nostre città.

Oceanix city, nella mente dei suoi creatori, non è solo una risposta al cambiamento climatico, ma sarà anche una soluzione pensata per fronteggiare disastri naturali: i moduli sono infatti costruiti in modo tale da resistere uragani di categoria 5, tsunami e venti fino a 250 km/h.

Rimane quindi solo da stabilire se le città galleggianti siano davvero un’alternativa possibile o rimarranno un’utopia. Richard Wiese, presidente di Explorers Club, è convinto che gli unici ostacoli alla realizzazione del progetto siano ormai più psicologici che strutturali: “le persone sono ancora dubbiose quando si parla di città galleggianti”, commenta. La soluzione proposta da Wiese consiste nell’integrare i moduli galleggianti in città già esistenti, come New York o Hong Kong, così da permetterne un graduale inserimento nell’immaginario comune.

La presentazione del progetto di Oceanix City è stato solo il calcio d’inizio di un dibattito che proseguirà dal 27 al 31 maggio a Nairobi, durante l’assemblea di UN Habitat, il cui tema principale sarà proprio “Innovazione per una migliore qualità di vita nelle città e comunità urbane”. L’obiettivo della conferenza è di creare una piattaforma per la discussione e il confronto tra privati, aziende, scienziati, studiosi e imprenditori, insieme a UN Habitat, così da individuare e creare un migliore futuro per lo sviluppo urbano sostenibile. Quale ruolo giocheranno le città galleggianti in questo futuro è ancora da definirsi, ma ciò che è sicuro è l’impatto che la loro presentazione ha avuto finora e avrà nel prossimo dibattito, essendo ormai un’alternativa reale e concreta di sviluppo sostenibile.

Fonti:

Crediti immagine:

Basata su 01_Oceanix City_Aerial_Image di OCEANIX/BIG-Bjarke Ingels Group

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