La situazione dello Stato di diritto all’interno dell’Unione Europea

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La Commissione europea ha pubblicato il 20 luglio 2021 il secondo Rapporto UE sullo Stato di diritto che mostra sviluppi positivi in ​​alcuni Stati membri ma espone anche preoccupazioni nei riguardi di altri Paesi.

EU flags at the European Commission Berlaymont building

Il rapporto sullo stato di diritto include una comunicazione che esamina la situazione nell’UE nel suo insieme e capitoli dedicati ai singoli Stati membri.

Lo stato di diritto è definibile in generale come principio cardine delle democrazie moderne secondo il quale tutto è regolato tramite e sottoposto alla legge ed include principi come il principio di legalità, la certezza del diritto, la tutela giurisdizionale effettiva, il rispetto dei diritti fondamentali, la separazione dei poteri e l’uguaglianza davanti alla legge.

La prima relazione è stata pubblicata nel settembre 2020 con l’obiettivo di ampliare gli attuali strumenti dell’UE con un nuovo strumento preventivo e avviare un dibattito aperto e inclusivo sulla cultura dello Stato di diritto in tutta l’UE. Questo ha portato all’adozione nel dicembre 2020 di un nuovo meccanismo europeo a difesa dello stato di diritto che consente la sospensione dei pagamenti dal bilancio UE a uno Stato membro in caso di violazione dello stesso tramite decisione a maggioranza qualificata del Consiglio su proposta della Commissione europea.

Il secondo rapporto “mostra complessivamente molti sviluppi positivi negli Stati membri, compreso il punto in cui vengono affrontate le sfide identificate nel rapporto 2020”. Tuttavia, le preoccupazioni permangono e in alcuni Stati membri sono aumentate, ad esempio per quanto riguarda l’indipendenza della magistratura e la situazione dei media.

Sebbene il rapporto non riguardi “nominare e svergognare” i singoli Stati membri dell’UE, elenca i paesi in cui esistono problemi di stato di diritto, principalmente nei nuovi Stati membri che hanno aderito all’UE nel 2004 e nel 2007.

Per quanto riguarda i sistemi giudiziari, in Austria, Finlandia, Germania, Paesi Bassi e Lussemburgo il livello di indipendenza giudiziaria percepita rimane molto elevato (superiore al 75%), mentre in Croazia, Polonia e Slovacchia il livello di indipendenza giudiziaria percepita rimane molto basso (sotto il 30%), secondo i sondaggi. In alcuni Stati membri esistono serie preoccupazioni strutturali che si sono accentuate, come in Polonia e Ungheria.

Per quanto riguarda la libertà e il pluralismo dei media, permangono preoccupazioni riguardo l’indipendenza e l’efficacia di alcuni regolatori dei media come in Romania e Spagna.

Le vulnerabilità e i rischi aumentano quando l’indipendenza politica dei media è minacciata, in assenza di una regolamentazione contro l’interferenza politica o quando le regole consentono agli attori politici di possedere i media come per Malta, Slovenia, Polonia, Bulgaria e Ungheria.

Riguardo invece al tema dei controlli ed equilibri istituzionali, la situazione sembra complessivamente migliorata rispetto allo scorso anno e alcuni Stati membri hanno continuato a intraprendere riforme costituzionali per rafforzare controlli e salvaguardie, tra l’altro come lezioni apprese dall’imposizione di misure di emergenza durante la crisi del Coronavirus.

Se da un lato il report restituisce una situazione generale positiva riguardo lo Stato di diritto all’interno dell’Unione Europea, è bene però ricordare allo stesso tempo le criticità che la stessa Unione sta affrontando in questo periodo.

In data 8 luglio 2021 il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che condanna la recente legge ungherese anti LGBTIQ, sostenendo che “la legge in questione non è un caso isolato, ma costituisce piuttosto un ulteriore esempio intenzionale e premeditato del graduale smantellamento dei diritti fondamentali in Ungheria” e che “la discriminazione sostenuta dallo Stato nei confronti delle minoranze abbia un impatto diretto sui progetti in cui gli Stati membri decidono di investire i fondi dell’UE e incida pertanto direttamente sulla tutela degli interessi finanziari dell’Unione”.

Sulla base di questi motivi gli eurodeputati hanno chiesto alla Commissione di iniziare una indagine al più presto in Ungheria sulle possibili violazioni e azionare se necessario il meccanismo riguardante i fondi europei. Si sono detti anche pronti a presentare ricorso alla Corte di Giustizia in caso di inazione della Commissione.

Il quadro generale, dunque, appare più complesso che all’apparenza e non resta che attendere per le future decisioni delle istituzioni europee per la difesa dello stato di diritto.

Ilaria Colombo

Fonti:

https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/eu-affairs/20201001STO88311/stato-di-diritto-il-nuovo-meccanismo-per-proteggere-il-bilancio-e-i-valori-ue

https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/eu-affairs/20210527STO04908/stato-di-diritto-il-parlamento-esercita-pressione-sulla-difesa-dei-fondi-ue

https://ec.europa.eu/info/files/communication-2021-rule-law-report-rule-law-situation-european-union

Crediti immagine: EU flags at the European Commission Berlaymont building by Guillaume Périgois on Unsplash

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