Intervista ad Anita Porta: uno sguardo sulla Russia!

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Innegabilmente, questo mondiale di calcio ci sta dando grandi emozioni: la vittoria storica del Messico sulla Germania “campione del mondo”, un pareggio all’ultimo respiro tra Spagna e Portogallo, i pareggi inaspettati di Argentina e Brasile, le vittorie delle “piccole” Giappone e Senegal sulle “grandi” Colombia e Polonia ed infine una travolgente Russia che, teoricamente, conquista gli ottavi di finale in prima posizione. Tutto ciò contornato da una grande atmosfera di sportività tra le varie tifoserie e non. Insomma, sembra che il mondiale di Russia 2018 stia dando fondo alle aspettative di Putin: spettacolo ed accoglienza. Ma cosa ci si prospetta da questo mondiale al di fuori dei campi da gioco? E la sicurezza? Pùò essere un nuovo inizio per la Russia?

Per risolvere questi dubbi, abbiamo intervistato Anita Porta, giornalista e fondatrice della rubrica** “Una Porta sulla Russia”** (nda una rubrica che racconta la Russia da una prospettiva domestica e meno internazionale) per Tgcom24!

Ciao Anita!

  1. Lo sport, o meglio, i grandi eventi sportivi hanno sempre avuto un significato speciale per la Russia, soprattutto perché ai margini delle partite avverranno incontri diplomatici ed imprenditoriali. Con la scusa del pallone, pensi che i rapporti tra Unione europea e Federazione russa, si distenderanno?

“Temo di no. E’ vero, la Russia ha tradizionalmente utilizzato i grandi eventi sportivi come strumento per mitigare il proprio isolamento diplomatico o per proiettare un’immagine di grande potenza sulla scena internazionale. Fa parte della sua strategia di soft power, e va inserito nel contesto di una più ampia campagna di pr che comprende l’utilizzo di media internazionali in lingua di politica russa oltre a Vladimir Putin, nella maggior parte dei casi, questa percezione sia giustificata). Con i mondiali sta succedendo più o meno la stessa cosa. Se ci si fa caso, si può notare che la stampa europea, quando non si limita a fornire una cronaca di tipo prettamente sportivo, sottolinea abbastanza unanimemente i fini politici di Putin nella candidatura della Russia a sede dei mondiali di calcio, e il semplice fatto di “smascherare” questi obiettivi significa rendere più difficile il loro raggiungimento.”

  1. Parlando di Mondiali di calcio di questo anno, sia la Russia che la Gran Bretagna erano favorite per ospitare i mondiali. Cosa ne pensi del tentativo della Gran Bretagna di boicottare i mondiali di calcio e del fatto che non presenzieranno i Membri della Famiglia Reale né i ministri inglesi? A questo proposito il portavoce di Putin, Peskov, ha commentato dicendo che quello che conta in un evento del genere non sono tanto i funzionari ed i rappresentanti ma è il gioco. Cosa ne pensi di questa affermazione?

“A partire dall’affare Skripal, i rapporti fra Russia e Gran Bretagna si sono deteriorati rapidamente ed in maniera forse decisiva. In un contesto simile, è difficile immaginare un comportamento diverso da parte della Gran Bretagna. Dal canto suo, il Cremlino non poteva commentare diversamente: otto nazioni (Australia, Danimarca, Finlandia, Islanda, Giappone, Polonia, Svezia e Ucraina) oltre al Regno Unito, hanno annunciato il boicottaggio dei giochi. In questo clima, era fondamentale sottolineare la prevalenza del carattere sportivo della manifestazione su quello politico. Naturalmente, un conto sono le parole, un altro i fatti.”

  1. Parlando di sicurezza, le scene viste all’Europeo francese del 2016 con intere città tenute sotto scacco dagli ultras russi sono ancora ben vive nella mente dei tifosi di tutto il mondo. Pensi che episodi di questo genere possano ripetersi durante questo mondiale? “Sulla sicurezza è impossibile fare previsioni. Quel che è certo è che lo stato russo riserva sempre un’attenzione particolare alla sicurezza interna anche in condizioni normali, per non parlare delle grandi manifestazioni di rilevanza mondiale. Eppure, questo non ha impedito il verificarsi di incidenti già in questi primi giorni di campionato, primo fra tutti quello del taxi lanciato contro la folla nel centro di Mosca.”

“Sulla sicurezza è impossibile fare previsioni. Quel che è certo è che lo stato russo riserva sempre un’attenzione particolare alla sicurezza interna anche in condizioni normali, per non parlare delle grandi manifestazioni di rilevanza mondiale. Eppure, questo non ha impedito il verificarsi di incidenti già in questi primi giorni di campionato, primo fra tutti quello del taxi lanciato contro la folla nel centro di Mosca.” ..

  1. Secondo te, può essere questo mondiale un tentativo della Russia per mettersi in vetrina dato che è stata oggetto, in questi ultimi anni, di tantissimi scandali (anche internazionali)_? _

“Dopo il 5 a 0 contro l’Arabia Saudita (e il 3-1 rifilato all’Egitto, ndr), per la Russia (che evidentemente sta usando i mondiali per promuovere la propria immagine a livello internazionale) non poteva esserci inizio migliore. Oltretutto, sembra che Putin abbia approfittato della presenza a Mosca del sovrano saudita Salman al Saud per prolungare la linea di cooperazione che in questo momento è prevalente nelle relazioni fra i due paesi. Il giorno dopo la partita, infatti, è stato annunciato il rinnovamento dell’accordo OPEC + sulle quote di produzione di petrolio senza scadenza prevista.”

  1. Infine, all’occhio occidentale, la Russia è sempre stata vista come un mondo a sé : né troppo occidentale, né troppo orientale. Pensi che questo mondiale possa infondere, non solo nell’animo dei russi ma anche nell’animo del turista, un nuovo spirito di integrazione culturale?

“Per quanto riguarda la Russia, purtroppo non mi sembra che il fatto di ospitare i mondiali di calcio abbia favorito uno spirito di maggiore apertura. In questo senso mi sembra significativa la dichiarazione del deputato Tamara Petnyova, la quale avrebbe consigliato alle donne russe di non avere rapporti sessuali con gli stranieri in visita per i mondiali. Dichiarazioni simili sono indice del fatto che la diffidenza verso gli stranieri, in Russia, è ancora ben radicata. Bisogna anche tener conto che le possibilità di uno scambio culturale fruttuoso sono molto limitate dal fatto che fra la popolazione russa (ad eccezione dei giovani) saper parlare bene l’inglese è un’eccezione, non certo la norma. Per quanto riguarda l’atteggiamento degli europei verso la Russia, credo sia opportuno distinguere fra integrazione culturale e integrazione politica. Dal punto di vista culturale, riscontro grande interesse e rispetto per quanto la Russia ha saputo produrre nella storia a livello letterario, musicale e artistico. Inoltre, non mi sembra che venga generalmente percepita una grande distanza culturale rispetto ai russi, sicuramente meno rispetto ad altre popolazioni che vivono ai confini dell’Europa. Quello che genera tensioni e diffidenza è la situazione a livello politico, che rende anche difficile immaginare una maggiore integrazione con i paesi europei. “

Si ringraziano:

- Anita Porta per la cortesia e la disponibilita nel concedere l’intervista;

- Valeria Peruzzi, autrice dell’articolo

Ringraziamo anche La Gazzetta di Don Flaco (https://lagazzettadidonflaco.com)

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