Silvia, il cambiamento che vorrei vedere nel mondo

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Questo sarà un articolo un po’ diverso dal solito, più personale. Una profonda e lucida riflessione sulla vicenda di Silvia Romano, la ragazza 23enne rapita in Kenya il 20 novembre scorso.

Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”.

Tutti quanti conosciamo questa famosa citazione. Una frase dai molteplici significati e dalle infinite interpretazioni. Eppure, di fronte alla vicenda di Silvia Romano, volontaria internazionale sequestrata in Kenya da un gruppo di ancora sconosciuti rapitori, mai come prima ho sentito risuonare così forte tali parole nel mio cuore.

Chi è Silvia?

Silvia Romano è una cooperante italiana di 23 anni. Stava svolgendo il proprio volontariato internazionale a Chakama per conto di una onlus chiamata “Africa Milele”, un’organizzazione no profit, con sede nelle Marche, che si occupa di progetti a sostegno dell’infanzia nel continente africano. Ex studentessa dell’ Unimed CIELS di Milano e fino a luglio corso una semplice insegnante di ginnastica artistica, successivamente decide di intraprendere un’esperienza di volontariato in un villaggio in Kenya e coltivare così il proprio sogno di lavorare nel campo della cooperazione internazionale. Lo scorso 20 novembre è stata sequestrata da otto rapitori, la cui identità risulta ancora sconosciuta, sebbene le ultime indagini ci indichino che possano trattarsi di criminali dediti all’estorsione. Fonti attendibili ci dicono, infatti, che Silvia sia ancora viva (grazie anche alla testimonianza di alcune persone che si trovavano sul posto) e che i presunti rapitori stiano tentando di vendere la giovane cooperante ai terroristi di al-Shaabab. Altre piste (più remote) ci suggeriscono che potrebbero trattarsi anche “di banditi” e o jihadisti somali. Uno dei super ricercati è stato pochi giorni fa arrestato dalle forze dell’ordine keniote. Un “uomo pericoloso”, così lo descrive il Corriere della Sera, con precedenti nel bracconaggio d’avorio, un uomo senza scrupoli e pronto a tutto che, secondo le polizia, si sarebbe incaricato direttamente di tutta la logistica del rapimento, organizzando il piano di azione per sequestrare la giovane cooperante. Le forze dell’ordine non hanno rilasciato ulteriori dichiarazioni. Al momento, la cattura di uno dei rapinatori rimane solo una mera consolazione che non lascia spazio né a ottimismo né pessimismo, mentre la vita di Silvia continua a rimanere appesa ad un filo.

Ciò malgrado, l’aspetto veramente più tragico di questo evidente dramma che ha coinvolto tutti noi, in primis come cittadini italiani ma (soprattutto) come esseri umani, è che la notizia del rapimento di Silvia sia stata oggetto di insulti da tastiera di ogni sorta. Raramente, infatti, è stata vista un’ondata di odio digitale così forte come nel caso di Silvia, una ragazza che semplicemente ha scelto di coltivare un sogno che custodiva nel cassetto, con la speranza “di essere la differenza che vuole vedere nel mondo”. Citando alcuni di questi insulti: “Spero che quei selvaggi le insegnino le buone maniere sessuali”, “con tutti i poveri italiani che vivono in strada, dormono nei cartoni e non hanno cibo […] poteva restare qui e occuparsi di aiutare! Certo la bontà in casa propria non paga”. Lo sfogo degli haters non si è fermato qui, alcuni utenti hanno detto: “se l’è cercata”, oppure “se stava a casa e non succedeva”, “lo Stato non deve pagare per una scriteriata in cerca di emozioni forti”, e ancora “il problema è andare a fare volontariato in zone pericolose e pretendere che sia il governo a risolvere i casini”. “Ennesima oca giuliva, poteva stare a casa e aiutare gli italiani”, “non dico che se la è cercata, ma sapeva e doveva sapere che i rischi ci sarebbero stati. Nella vita ogni scelta ha una conseguenza e bisogna capirlo in tempo, se si è in grado”, “lasciatela lì, se è lì che è voluta andare”.

Vi confesso, la vicenda di Silvia (e con essa l’odio da tastiera di numerosi haters italiani) mi ha fatto riflettere molto su quest’oscuro sentimento di odio e chiusura che sta attraversando il Bel Paese (dove di bello forse resta solo la sua innegabile cultura artistica e storica), ma anche su me stesso e la mia vocazione. Il suo esempio, la sua intraprendenza, il suo coraggio di partire per una paese in via di sviluppo a soli 23 anni, il suo desiderio di aiutare il prossimo mi hanno fatto sentire parte di una causa che ho sentito il bisogno di condividere con voi. Mi ha fatto sentire come un elemento integrante di un aspetto potentissimo dell’animo umano: il sentimento di solidarietà. A dire il vero, mi ha fatto sentire come un piccolo esempio di cambiamento.

In fondo, se ci pensiamo, cos’è il cambiamento? Cos’è che stabilisce l’effettività delle cose in un mondo così mutevole e incostante? Non sono forse gli uomini e, con essi, le idee a smuovere la realtà effettuale delle cose? Chi rappresenta il cambiamento? E se proprio vogliamo essere sinceri, quante volte ci concediamo il tempo di porci queste domande o, semplicemente, di fermarci un attimo e riflettere? Quante persone conoscono veramente il potere del silenzio?

Mahatma Gandhi, eroe di pace del nostro tempo e simbolo della resistenza nonviolenta, utilizzò la frase che fa da introduzione a questo breve articolo per esortare i popoli del mondo ad agire, poiché senza azione non può esserci cambiamento. Senza azione, non è possibile favorire la costruzione progressiva, materiale e spirituale della società.

Per Gandhi il cambiamento, nel senso ampio del termine, racchiudeva in sé una sorta di “effetto onda” capace di smuovere le acque del mare della vita, delle persone e, quindi, del mondo. Gandhi vedeva nelle persone e nei loro ideali gli attori principali del cambiamento. Sono questi ultimi le forze motrici dei grandi movimenti e delle grandi lotte che hanno contraddistinto la società in cui viviamo. Le idee hanno contribuito e contribuiscono tutt’oggi a cambiare il corso della storia.

Forse è proprio questo il principale insegnamento che Gandhi ha cercato di trametterci con i suoi sacrifici e le sue battaglie: cioè che ciascuno di noi può rappresentare il cambiamento, con le sue debolezze ed i suoi elementi di forza, con il proprio coraggio e le proprie paure. Con la diversità che ci rende unici, molto spesso egoisti e conflittuali, ma anche dotati di un’arma capace di scalare qualsiasi montagna: lo spirito di cooperazione.

Forse davvero cambiare il mondo significa cercare di cambiare noi stessi per diventare ciò che desideriamo essere nella nostra esperienza di vita. In associazione a questo pensiero, mi viene in mente anche una citazione di un giornalista a me caro quale Tiziano Terzani, che ha detto in un’intervista: “la sola rivoluzione che possiamo fare è quella dentro di noi”. Rivoluzionare sé stessi per rivoluzionare il mondo esterno, diventare una piccola storia da condividere, per arricchirci e completarci e, quindi, anche aiutare il prossimo.

Ciascuno di noi può essere il cambiamento, se siamo consapevoli della nostra forza intellettuale, delle nostre responsabilità e anche delle nostre fragilità. Ciascuno di noi è un potenziale cambiamento. Ogni giorno, il nostro piccolo contributo può fare la differenza nella vita del prossimo e del più debole, ma anche di chi ci sta accanto, della persone che amiamo e di chi vive lontano, magari in un altro paese, in un contesto privo di tutti i privilegi di cui noi, oramai, godiamo senza più rendercene conto.

Chissà se Silvia ha pensato a tutto questo prima di partire per il Kenya. E chissà cosa avrà pensato pochi istanti prima del suo rapimento. Chissà cosa avrà provato al momento della sua cattura. Chissà cosa starà pensando adesso.

Cara Silvia, non sei sola. Come te, ho scelto di fare volontariato e se tornassi indietro rifarei la stessa scelta. Sono volontario a BETA Italia e sono volontario europeo qui a Madrid con il Corpo Europeo di Solidarietà. Invidio il tuo coraggio e la tua forza.

Come te, mi impegno ogni giorno per gettare un po’ di acqua sulle radici del grande albero della vita. Come te, sogno di cambiare questo mondo ancora troppo pieno di disuguaglianze e di migliorarlo col potere delle idee, con lo spirito di cooperazione e di solidarietà **e con il saldo principio **dell’unione nella diversità, mio fedele compagno di viaggio. Come te, mi auguro di poter donare un sorriso a chi il proprio paese, contesto regionale o semplicemente la vita ha regalato solo lacrime e dolore. Come te, desidero contribuire ad essere un piccolo esempio di cambiamento, con la ricchezza intellettuale che contraddistingue ciascuno di noi. Come tu hai voluto dimostrare con la tua voglia di sognare.

In fin dei conti, siamo tutti un po’ sognatori, siamo tutti un possibile cambiamento. Siamo tutti un po’ volontari, solo che ci dimentichiamo troppo spesso di questa nostra naturale condizione. E, diciamocelo, forse abbiamo solo da imparare dai sogni di questa ragazza. Forse davvero il mondo ha bisogno di più persone come Silvia, perché essere volontario significa “regalare un po’ di felicità a chi [ci] circonda, non importa se sia in Italia o all’estero. [Perché tutte le persone] sorridono nella stessa lingua. Una parola delicata, uno sguardo gentile possono plasmare meraviglie e compiere miracoli. […] Chi ti sorride, ti salva la vita senza saperlo”. Forse Silvia rappresenta davvero il cambiamento che potremmo vedere nel mondo.

E forse dovremmo tutti essere un po’ Silvia Romano per sentirci veramente qualcuno.

FONTI:

https://www.youtube.com/watch?v=5x95JfirreU

https://www.ilmattino.it/esteri/news/volontaria_italiana_silvia_romano_23_anni_rapita_kenya-4122097.html

https://www.fanpage.it/gli-insulti-a-silvia-romano-oca-giuliva-poteva-aiutare-gli-italiani-non-si-paghi-il-riscatto/

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/12/09/silvia-romano-rapita-in-kenya-investigatori-e-ancora-viva-i-rapitori-isolati-nella-foresta/4823384/

https://www.corriere.it/esteri/18_novembre_29/silvia-romano-rapita-kenya-costretta-indossare-niqab-foresta-267b8976-f3c6-11e8-b6fd-3556737c89de.shtml?refresh_ce-cp

https://www.corriere.it/esteri/18_dicembre_11/kenya-rapimento-silvia-romano-arrestato-dei-tre-super-ricercati-62a47b36-fd64-11e8-84b7-ff9bf5ee4344.shtml

https://www.agi.it/estero/silvia_costanza_romano_kenya-4727140/news/2018-12-11/

https://www.mangiaviviviaggia.com/silvia-romano/?fbclid=IwAR0TtTKmj3EaPF9McVA0BR6rhvJd6M469kS7p0exCpGD8o3LjDpNbW2ZMgg

https://www.youtube.com/watch?v=rsJy8pzf2Zo&t=1s

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