Samantha Cristoforetti: Dalla Deep Space Nine ad Atlantide

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Tranquilli, il titolo potrebbe trarre in inganno ma non è questo l’inizio di qualche strano crossover tra la serie tv Star Trek e il film di animazione della Disney Atlantis. Questi due luoghi, benché frutto della fantasia umana, rappresentano per il nostro immaginario esempi di vita rispettivamente nello spazio e nelle profondità degli abissi.

Quale sarà quindi il filo conduttore che collega questi ambienti radicalmente distanti e diversi tra loro? Le loro similitudini non si limitano all’essere ambienti che hanno ospitato storie di fantasia, rappresentano invece due luoghi che hanno sempre affascinato le grandi menti del nostro mondo.

Come spiegarvi cosa accomuna quindi queste due realtà? Mi basta dirvi semplicemente due parole: Samantha Cristoforetti. Certamente conoscerete il nome di questa fantastica donna italiana che tra il 2014 e il 2015 ha passato ben 199 giorni nello spazio, lavorando e vivendo nella stazione spaziale internazionale, raggiungendo il record europeo di permanenza nello spazio da parte di un’astronauta donna. Samantha, originaria del Trentino, ha conseguito la laurea in ingegneria spaziale a Monaco e, dopo essere entrata in Aeronautica ed essere stata selezionata dall’European Space Agency (ESA), è stata selezionata per partecipare alla missione ISS Expedition 42/43 Futura. La Cristoforetti rappresenta nel panorama Aeronautico Europeo certamente un esempio di perseveranza e resistenza.

Ma quindi, cosa accomuna questa astronauta con gli abissi del Capitan Nemo? In primis il nome della sua prossima missione, NEEMO 23. E come forse avrete cominciato a capire questa volta Samantha non si ritroverà con la testa tra le stelle, né a orbitare a migliaia di chilometri dalla Terra, si troverà invece a fluttuare a diversi metri in profondità sotto di noi. Forse non esattamente in prossimità dei fondali europei ma più esattamente nelle profondità dell’Oceano Atlantico, vicino alle coste della Florida.

Facciamo ora un piccolo passo indietro: di cosa si tratta esattamente quando si parla di “Progetto NEEMO”?

NEEMO è l’acronimo di NASA Extreme Environment Mission Operations, è un progetto iniziato dalla stessa NASA nel 2001 con la prima missione di NEEMO 1. L’obiettivo era quello di ricreare le condizioni di vita per gli astronauti nello spazio utilizzando una stazione sottomarina chiamata Aquarius, che ricorda, nella struttura, la composizione della stazione internazionale orbitante. Essa è collocata a circa 5-6 km a largo delle coste della Florida ad una profondità di 19 metri. Attualmente questa casa sottomarina è di proprietà dell’Università della Florida che gestisce alcuni esperimenti in collaborazione con il dipartimento di studi marini.

Gli astronauti, (ops scusate, gli “acquanauti”!), trascorrono circa una o due settimane in questo ambiente. I fondali degli abissi rappresentano l’habitat perfetto per provare nuove tecniche di esplorazione spaziale perché costituiscono un ambiente ostile dove l’uomo deve lavorare in condizioni estreme, esattamente come accade durante le missioni vere e proprie, quando gli astronauti affrontano luoghi impervi ed ignoti, come il cosmo che ci circonda o lontani pianeti ancora da scoprire. Questo ambiente rappresenta anche la giusta palestra per testare nuovi possibili metodi di sopravvivenza che potranno portare prossimamente l’uomo a compiere il lungo viaggio che ci separa da Marte. Bisona infatti evitare di procurare al corpo umano eccessivi bruschi cambiamenti di pressione e anche tecniche di lavoro in ambienti con gravità differenti da quella terrestre.

La NASA può testare, anche grazie a questo programma, diversi modi di trasporto umano avendo la possibilità di studiare come si comporta il corpo quando subisce differenti pressioni. Chi va solitamente a fare immersioni sa che la risalita deve essere lenta per evitare di perdere conoscenza dovuta alla decompressione dell’ascensione. Obiettivo della NASA è trovare un modo, tecnica o indumento che permetta di evitare questo problema in futuro immaginando quindi, per un domani neanche troppo lontano, l’impiego civile di questa invenzione, per viaggi più veloci magari non solo sulla Terra ma anche sugli astri che ci circondano. I membri del team verranno inoltre sottoposti a test psicologici per verificare se le funzioni cognitive sono intaccate o modificate dalla lunga permanente nelle profondità dell’oceano.

E come Capitan Nemo col suo Nautilus la Cristoforetti comanderà una spedizione composta interamente da sole acquanaute. Questa è la seconda volta che l’Italia partecipa alla missione NEEMO: nel 2015 anche Luca Parmitato è stato comandante della missione NEEMO 20. Sono certamente due motivi d’orgoglio per l’Italia, che dimostra la sua competenza e validità a livello internazionale. La missione alla quale Samantha è al comando è programmata per immergersi nel buio sottomarino dal 10 al 19 giugno 2019.

Perché il mare, nelle sue profondità sconosciute, non potrebbe conservare gli enormi esemplari della vita di un’altra età, il mare che non si cambia mai, mentre la scorza terrestre si cambia continuamente?

Questa era una delle domande che si poneva Jules Verne nel suo famoso romanzo “Ventimila leghe sotto i mari”, e con la speranza che le acquanaute e le scienziate della missione NEEMO 23 non s’imbattano in nessun mostro marino, auguro al team una buona esplorazione di questo mondo quasi incantato che scorre, in maniera silenziosa e ineluttabile, accanto alle nostre coste.

Elisa Condini

FONTI:

https://www.usf.edu/news/2019/nasa-selects-usf-researcher-for-underwater-mission.aspx

https://www.nasaspaceflight.com/2019/06/cristoforetti-neemo-23-expedition-deep-space-training/

https://www.nasa.gov/mission_pages/NEEMO/index.html

CREDITI IMMAGINI:

NASA

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