L’arca di Noè 2.0

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Viaggio tra i ghiacci delle isole Svalbard alla scoperta del più grande tesoro di biodiversità attualmente preservato sul nostro pianeta: l’arca di Noè delle sementi. Andiamo a scoprire insieme che cos’è la Svalbard Global Seed Vault.

Le Isole Svalbard rappresentano nell’immaginario dei più un piccolo fazzoletto di ghiaccio poco distante dal Polo Nord dove fauna selvatica e uomini vivono in un precario equilibrio votati alla sopravvivenza. Vivere alle Svalbard, benché sia un luogo spettacolare, non è assolutamente facile; le rigide temperature invernali, il buio perenne sei mesi l’anno e il continuo pericolo di poter essere attaccati da orsi polari le rende un posto a tratti inospitale e selvaggio ma al contempo mistico con le sue immense montagne di ghiaccio. Ammirate molto per il loro bianco paesaggio, pochi si sono mai veramente interessati alla loro storia passata e presente che, soprattutto negli ultimi decenni, si è rivelata essere travagliata ma anche singolare.

Durante la Seconda Guerra Mondiale fu conquistata dai nazisti che ne fecero un avamposto per studi meteorologici. Questa piccola guarnigione di soldati tedeschi fu l’ultima del suo esercito a cadere alla fine della guerra. Benché attualmente il governatore della capitale delle Svalbard faccia capo al Regno di Norvegia, fino al 1998 una delle più importanti comunità presenti sull’isola era quella russa, in precedenza sovietica, che aveva creato diverse città in grado di ospitare i lavoratori delle miniere di carbone. Queste città, di cui forse la più famosa è quella di Pyramiden, sono ora abbandonate, e a custodire la memoria di un passato poco lontano sono quegli immensi palazzi sovietici che si ergono dal ghiaccio che “come capsule del tempo” rimarranno inalterati dal freddo, pronti a salutare futuri esploratori della città.

Queste isole remote racchiudono però uno dei tesori più importanti per il genere umano, in un grande caveau sotto i ghiacci di Longyearbyen, la città più grande delle Svalbard. Mettete pure via passamontagna e piede di porco, non troverete gemme preziose o opera d’arte qui sotto. All’interno di piccole cassette sono invece contenuti dei semi che costituiscono il bene prezioso custodito alla Svalbard Global Seed Vault, la più importante banca di semi al mondo.

La struttura, inaugurata nel 2008, si trova a 1200 km dal Polo Nord ed è composta da un ingresso avveniristico in cemento e metallo realizzato dall’architetto norvegese Peter W. Søderman; ad illuminare l’ingresso, una luce che cambia la sua luminosità in base al chiarore che percepisce esternamente. Entrati nella costruzione, che si trova a 130 metri sopra il livello del mare, si viene accolti da un lungo corridoio che porta 120 metri dentro la montagna e, superate 5 imponenti porte di acciaio, si può accedere alle tre sale adibite a deposito dei semi. Questa “banca” è stata costruita con una capacità tale che le permette di poter ospitare 4.500.000 tipologie di semi; attualmente solo una delle tre sale è stata utilizzata ed ospita circa un milione di esemplari. La posizione geografica e la sua collocazione all’interno della montagna permettono di mantenere una temperatura interna che non superi i -3,5 gradi centigradi grazie al permafrost[1] che ricopre le pareti del deposito. Per consentire però una migliore e più longeva conservazione degli esemplari le sale sono state adattate con degli specifici sistemi di raffreddamento che mantengono la temperatura interna intorno ai -18 gradi; inoltre l’accesso ai visitatori è molto ristretto in quanto la presenza di corpi umani nella stanza può far aumentare la temperatura interna, mettendo in pericolo la conservazione dei semi.

L’obiettivo è quello di preservare la sopravvivenza umana conservando le sementi di piante che producono cibo; basti pensare che sono presenti oltre 10.000 varietà di riso, ma nessuna di piante selvatiche. Anche la scelta del luogo e del tipo di struttura non è casuale: essa deve durare nel tempo e sopravvivere ad ogni possibile calamità che possa succedere sulla Terra come attacchi terroristici, atomici o disastri climatici.

In realtà nel mondo sono presenti altre banche dei semi, spesso costruite a livello nazionale, ma quella delle Svalbard è la più grande e quella con la più massiccia varietà di campioni. Il governo norvegese già nel 1984 iniziò a conservare le proprie sementi in una miniera di carbone abbandonata costituendo il Nordic Gene Bank, sempre alle isole Svalbard. Successivamente ci si è accorti che la sua collocazione nella miniera non era ottimale per il periodico innalzamento dei livelli dei gas idrocarburi contenuti nel carbone che lì veniva estratto e che non garantivano un sufficiente livello di sicurezza. Per questa ragione si è deciso di costruire un nuovo edificio in una zona priva di attività tettonica, lontana da giacimenti di carbone e con un sistema addizionale di raffreddamento.

Questo deposito rappresenta l’arca di Noè dei semi del mondo e il suo funzionamento è molto simile a quello di una banca. La Norvegia, che ha finanziato il progetto dall’inizio, è proprietaria della struttura mentre i proprietari delle cassette sono i singoli Stati che depositano i loro semi presso il caveau. Come succede con le cassette di sicurezza, i proprietari, in caso di grave difficoltà, possono richiederne indietro il contenuto. L’unica richiesta effettuata finora risale al 2015 dalla Siria, a seguito della guerra civile che ha portato alla distruzione di molte coltivazioni e la perdita di diverse varietà di piante conservate al Centro internazionale per la Ricerca Agricola in aree asciutte di Aleppo. Sono stati riconsegnati indietro al Centro alcuni semi di piante di frumento, orzo e erbe aromatiche precedentemente contenuti nella cassetta conservata alle Svalbard. Già nel 2017 il Centro di Ricerca ha provveduto a riportare nuovi duplicati dei semi in precedenza riconsegnati a seguito dell’emergenza.

Questo importante progetto, sconosciuto ai più, rappresenta uno dei tesori più importanti in giro e in questo momento di forte interesse verso i cambiamenti climatici rappresenta una piccola fiamma di speranza che, sprezzante del gelo artico, dà fiducia all’umanità e alla futura conservazione della biodiversità terrestre.

Se siete interessati a consultare le sementi depositate presso la Banca delle Svalbard e da quale paese sono stati donati potete consultare il sito https://www.nordgen.org/sgsv/. Ad esempio, l’Italia ha depositato 3.085.629 semi; navigando sul sito potrete trovate tutte le specifiche per ognuno di essi e imparare di più sul nostro patrimonio di biodiversità, oltre a darvi qualche ispirazione per qualche nuova ricetta!

[1] In italiano permagelo, è il terreno tipico delle regioni dell’Nord Europa caratterizzata da un suolo perennemente ghiacciato.

Elisa Condini

FONTI

http://www.raiscuola.rai.it/articoli-programma-puntate/la-banca-dei-semi/28524/default.aspx

https://it.wikipedia.org/wiki/Svalbard_Global_Seed_Vault

https://www.focus.it/ambiente/ecologia/un-milione-di-semi-nella-banca-delle-sementi-mondiali-norvegese

https://www.seedvault.no/

https://www.croptrust.org/press-release/architectural-plan-revealed-seed-vault/

CREDITI IMMAGINI

Dusk at the Svalbard Global Seed Vault by Frode Ramone (CC BY 2.0)

Entrance tunnel for Svalbard Global Seed Vault by NordGen/Johan Bäckman (public domain)

Storage containers in Svalbard Global Seed Vault 01 by NordGen/Dag Terje Filip Endresen (public domain)

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